“Al Sud la gente ti guarda in faccia quando t’incrocia, ti regala un sorriso e ti chiede se hai bisogno se ti vede in difficoltà; non scappa se le rivolgi una domanda, non ti tiene a distanza, non ti guarda con sospetto.
Al Sud se un uomo ti aiuta a portare una valigia è perché vuole aiutarti a portare la valigia. Non è perché ci prova e talvolta, perché non ci prova, ci resti un po’ male.
Al Sud l’aria odora di mare anche se il mare è ancora distante; i campi, ogni tanto, sono come la borsa di una donna: un po’ confusi ma provvisti del necessario.
Al Sud il sole sa essere estivo senza farti evaporare l’anima, anzi l’anima te la prende e l’accompagna in paesaggi che sanno sia di selvatico sia di meraviglia.
Al Sud non esiste solitudine o sconforto. Ce la si fa sempre perché “siamo nati per lottare”; la forza d’animo ha la sfrontatezza dei paesotti arroccati sui monti, delle abitazioni solitarie che se ne stanno a picco sul mare.
Al Sud il mare è azzurro come il cielo, la sabbia fine come il sale, gli scogli duri come le teste, le case profumate di ragù e tradizioni, le Chiese piene di persone e rituali ancestrali.
Al Sud ti senti sempre a casa, anche se casa tua è ormai altrove. I giovani hanno gli occhi pieni di orizzonti lontani e gli anziani ridondanti di antica saggezza. Ti accorgi di essere arrivata al Sud dagli odori dell’aria, dal tocco del vento, dalla serenità del cuore, dalla colazione in un bar. Con tre euro prendi il cornetto, il cappuccino, una bottiglietta d’acqua, un bicchiere d’acqua aggiuntivo, uno sguardo amichevole e un paio di battute che possono strapparti una sana risata. Fa bene stare al Sud ed essere del Sud. La gente se ne accorge e non solo per l’accento.
Il Sud è una filosofia di vita, è una forza diversa, un miscuglio di culture che ti rende ricco, riconoscibile e umano eternamente.
Te lo porti dentro sempre, il Sud.
Se resti, se vai, se vai ma poi torni…”
(G. Pannia)