Agricoltura Economia del Paese

Nel IX secolo d.c. i Calogeri basiliani (i monaci di San basilio) introdussero dalle nostre parti il rapporto colonico che agevolò lo sviluppo dei terreni fertili “grazie all’ aggressione della macchia ed all’ emarginazione della palude. Questo processo di rinnovamento delle strutture sociali e fondiarie subì però una battuta d’ arresto a partire dalla fine del XIV secolo e continuò per tutto il XV. Ciò è da imputare a vari fenomeni, tra i quali la dequalificazione del territorio umanizzato e lo sfruttamento disordinato della macchia – foresta dei secoli precedenti”. L’ agricoltura di Castrignano si è sempre basata sulle colture del tabacco, dell’ olio, delle erbacee (cereali e ortaggi) e del fico. Ma quest’ ultimo, che un tempo comportava una delle produzioni maggiori, oggi è in rapido regresso per mancanza di manodopera. Un tempo, era fiorente anche la coltura del cotone, che veniva poi filato con canocchia e fuso e lavorato a mano per confezionare indumenti e calze; oppure veniva tessuto al telaio (gr. argalìo) per ricavarne manufatti d’ uso familiare. la produzione maggiore di cotone si ebbe intorno al 1860 e fu tale che si ebbe la possibilità di esportare il prodotto.

Oggi la campagna non è più fonte di guadagno. I giovani la respingono perché non assicura loro un guadagno fisso e adeguato alle esigenze della vita moderna. Preferiscono, quindi emigrare in Svizzera o in Germania per ottenere, sia pure attraverso lo sconforto della lontananza e il sacrificio di un duro lavoro secondo i canoni e le leggi, a volte, difficili da accettare perché diverse dalle nostre, un tangibile guadagno che, usando l’ atavica legge del risparmio della nostra gente, in pochi anni potrebbe diventare una piccola fortuna da permettere loro di tornare a casa e dare inizio a una vita tranquilla e dignitosa. Inoltre tale flusso migratorio crea “più spazio per i restanti a contendersi i pochi posti di lavoro a disposizione”. E ancora, le rimesse monetarie degli emigranti, oltre a fornire alle casse dello stato valuta pregiata, incrementano la domanda dei beni di consumo, migliorando il benessere e l’ economia locale. I risparmi, di preferenza, sono investiti nelle costruzioni di case di abitazione.

In quanto all’ economia, più che per l’ agricoltura, ci sono dati storici accertati accertati per stilare una breve sequenza attraverso i tempi. Le prime notizie risalgono al periodo dei Basiliani e poi dei Normanni. Sia con gli uni che con gli altri, nelle nostre regioni e, quindi, anche per Castrignano, si ebbe un discreto sviluppo economico e l’ affermazione dei nostri prodotti agricoli in tutti i mercati del Levante. Con la venuta dei Francesi e poi degli Spagnoli, invece, l’ economia fu funestata dalle lotte feudali, dalla violenza, dalle distruzioni. Nè le condizioni migliorarono durante il periodo borbonico, risorgimentale e fascista. Negli ultimi quarant’ anni però con l’ instaurazione della democrazia, finalmente in questo settore si è avuto un rapido sviluppo grazie soprattutto agli interventi pubblici. Il problema che purtroppo permane ancora oggi è la disoccupazione giovanile. Tornando in particolare al nostro paese, la nostra piccola economia, per tradizione, poggia sul commercio ambulante di tessuti e abbigliamento con 200 addetti circa. L’ attività industriale non è tale da determinare l’ ambiente economico.

Da: Castrignano dei Greci di: Angiolino Cotardo

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